Una delle maggiori problematiche legate all’isolamento a cappotto di un’abitazione è l’ingombro, che spesso comporta altri lavori collaterali come la sostituzione dei davanzali delle finestre. Per evitare questo problema, che dilata oltretutto i tempi del cantiere, la richiesta più frequente da parte dei proprietari della casa è quella di trovare il cappotto termico con spessore minimo o meglio la soluzione che modifichi il meno possibile lo spessore delle pareti.
Qual è, allora, lo spessore minimo possibile per un sistema di isolamento?
Lo spessore del cappotto, che varia mediamente da 6-8 a 12 centimetri, viene calcolato da tecnici abilitati che si occupano della Progettazione di Impianti Tecnologici e della Certificazione Energetica degli edifici sulla base delle condizioni della struttura, dei materiali di cui è fatta (prefabbricato ligneo, laterizio, eccetera) e degli obiettivi di performance energetica da raggiungere. È in funzione di questo calcolo che al termine dei lavori si può dimostrare il miglioramento dell’isolamento termico e ottenere, così, le detrazioni fiscali previste.
Il cappotto più sottile possibile è di 3 centimetri, che aumentano leggermente con l’applicazione dell’intonachino, ma non è affatto detto che lo spessore minimo sia adatto per ogni tipo di intervento. E soprattutto, non è detto che un intervento di questo tipo porti con sé un miglioramento dell'ambiente abitativo e la possibilità di detrarre le spese.
In tutti i casi in cui il problema è lo spessore, è opportuno valutare altre soluzioni, alternative al cappotto tradizionale. Soluzioni che siano CERTIFICATE e che permettano di ottenere i benefici fiscali di legge.
Invece di isolare l’edificio con i tradizionali spessori di polistirene, è possibile farlo con le pitture termoriflettenti, le quali hanno notevoli vantaggi: su tutti, le vernici termoriflettenti non alterano la facciata e rispettano la morfologia delle pareti. Invece dell'isolamento che lavora con la massa, la pittura lavora con termoriflettenza, respingendo il calore verso la direzione di provenienza. Ecco perché d'estate il muro esterno respinge l'energia solare e d'inverno il muro interno trattato adeguatamente trattiene calore.
Il cappotto esterno rappresenta una modifica importante della facciata e spesso obbliga a intervenire su davanzali e altri elementi decorativi per adattarli ai nuovi spessori.
Le facciate degli edifici situati in centri storici o soggetti a vincoli paesaggistici sono spesso arricchite con fregi, cornici e modanature e ciò rende difficile se non impossibile effettuare interventi troppo invasivi come il cappotto termico, che rischierebbero di modificare gli spessori delle pareti e alterare l'aspetto estetico dell’immobile.
In questi casi, quindi, l'applicazione di innovative pitture nanotecnologiche a effetto termico si rivela la soluzione perfetta, per assicurare il massimo efficientamento energetico e preservare l'originalità e le caratteristiche della facciata.
I vantaggi derivanti dall'applicare un manufatto kit nanotecnolgico con pitture termoriflettenti sulle pareti sono innumerevoli:
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