Secondo la Direttiva 2012/27/CE gli enti pubblici devono lavorare strategicamente sulla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio dello Stato attraverso interventi per il miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici storici. Tecnici e committenti si trovano quindi a dover gestire l'isolamento dell'involucro esterno in situazioni complicate, in quanto per gli immobili siti in centri storici o zone vincolate esistono impedimenti normativi che limitano o addirittura rendono impossibile la realizzazione del cappotto tradizionale. La tecnologia, per fortuna, ha fatto passi da gigante negli ultimi anni e oggi si sente sempre più parlare - e si vedono sempre più applicazioni - di prodotti tecnologici innovativi che assicurano un consistente incremento della resistenza termica senza interventi invasivi né alterazione degli spessori, e che permettono anche di beneficiare delle agevolazioni del Superbonus 110.
Riqualificazione edifici centro storico: l'iter da seguire
Prima di intervenire con la riqualificazione energetica di un edificio storico è necessario redigere un progetto per valutare la situazione di partenza e le condizioni esistenti dell'immobile, il cosiddetto stato di fatto, che consiste in:
- analisi dei caratteri tecnico-costruttivi dell'edificio
- valutazione della qualità ambientale
- analisi del sistema impiantistico esistente
- valutazione dell'efficienza energetica
- criticità, limiti e criteri di restauro
Una volta constatata la prestazione energetica ante operam, sarà possibile individuare gli interventi da attuare, tenendo conto delle caratteristiche del patrimonio culturale e dei vincoli normativi. Per questo è necessario coinvolgere i tecnici della Soprintendenza che avranno il compito di valutare e verificare il rispetto dei limiti imposti.
Come riportato nel D.Lgs.19 agosto 2005, n. 192 relativo al rendimento energetico nell’edilizia, gli immobili soggetti a vincolo di tutela secondo il D.Lgs. 42/2004 sono oggetto di valutazione del MiBACT e degli organi a esso afferenti. Una volta ottenuto il via libera, valutata la fattibilità dell’intervento e le reali necessità di tutela e conservazione dell’immobile, saranno quindi comunicate le linee guida per i lavori da realizzare.
Come gestire l'involucro esterno negli edifici vincolati (e caso studio)
I Decreti Legislativi 192/2005 e 311/2006 sollevano gli immobili patrimonio storico dagli obblighi di efficienza energetica «nei casi in cui il rispetto delle prescrizioni implicherebbe un’alterazione inaccettabile delle loro istanze storiche e/o estetiche». Tuttavia nella maggior parte dei casi questi edifici sono energivori e poco o nulla efficienti, sia per quanto riguarda le superfici opache che per l'impiantistica.
Ecco perché è importante progettare soluzioni che favoriscano un miglioramento della classe energetica di questi palazzi, tenendo conto però che si tratta di immobili vincolati che devono sottostare a particolari regolamenti e disposizioni normative.
Proprio sul tema legato all'isolamento delle superfici opache esterne, in particolare delle facciate di pregio, ci siamo soffermati più volte.
Il cappotto termico tradizionale è una tecnica difficilmente applicabile per il retrofitting energetico degli edifici storici, in quanto l'applicazione di pannelli e la modifica degli spessori mal si sposano con la necessaria conservazione dell'aspetto estetico, soprattutto nel caso siano presenti fregi, timpani e sbalzi.
È possibile ovviare a questo problema utilizzando vernici e pitture come finitura del manufatto kit con nanotecnologiche, che assicurano elevate prestazioni in spessori ridotti (nell'ordine di 6 -30 mm).
Nel caso studio che ti presentiamo qui è stato possibile riqualificare un edificio storico con murature a sacco grazie all'applicazione di un manufatto di sistema a basso spessore e al trattamento delle opere in pietra mediante un ciclo risanante e consolidante con protezione idrorepellente eseguita con materiali nanotecnologici.
Il manufatto è composto da una speciale miscela di materiali altamente coibentanti e termoriflettenti. La combinazione del potere riflettente delle microsfere di vetro cellulare e del coccio pesto creano così una massa caratterizzata da una grande presenza di celle d’aria ad alto potere coibentante e riflettente, in grado di mantenere un’alta traspirabilità della massa.
L’aria viene quindi racchiusa in piccoli spazi, in una sorta di effetto thermos, aumentando il potere isolante del microrivestimento e il potere termoriflettente permette di riflettere la radiazione termica abbassando il valore della conduttanza.
Questo tipo di materiale risponde perfettamente alle specifiche del legislatore per quanto riguarda il Superbonus 110% e da quindi la possibilità di accedere all'agevolazione fiscale e vedersi rimborsata tutta la spesa sostenuta.
Per scoprire come sfruttare il "nanocappotto" ( solo per rendere l'idea) per la riqualificazione energetica di edifici storici e immobili vincolati contatta i nostri uffici e ti forniremo tutte le informazioni e le specifiche tecniche necessarie.