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07 settembre 2023 - Ristrutturazione edifici

3 novità sul risanamento e risparmio energetico degli edifici esistenti

Gli immobili dell'Unione Europea sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra. Si fa quindi sempre più pressante la necessità di intervenire con il risanamento e risparmio energetico degli edifici esistenti. A tal proposito il Parlamento Europeo ha approvato a marzo 2023 un aggiornamento della Direttiva EPBD. Ecco le novità che vanno a toccare direttamente il settore edile.

INDICE DEI CONTENUTI:

 

Nuova Direttiva "Case Green"

Emanata nel 2010 e più volte aggiornata, la Direttiva Europea sulla Prestazione Energetica degli Edifici è stata recentemente oggetto di nuove modifiche. L'ultima versione si pone come obiettivo una sostanziale riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e del consumo energetico entro il 2030, al fine di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. 

Come?

Spingendo principalmente sulle ristrutturazioni e sul risanamento degli edifici esistenti che, in Italia, rappresentano il primo settore per consumi di energia (dati Eurostat 2019) con 1,8 milioni di edifici residenziali che dovrebbero essere oggetto di ristrutturazione.

La prima novità riguarda quindi le "scadenze" per gli edifici esistenti. Il Parlamento Europeo ha stabilito che:

  • gli edifici residenziali esistenti dovranno raggiungere, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e la classe D entro il 2033;
  • gli edifici non residenziali e quelli pubblici (già esistenti) dovranno raggiungere le stesse classi rispettivamente entro il 2027 (E) e il 2030 (D).

La seconda novità riguarda invece gli edifici nuovi.

Già a partire dal 2026 scatta l'obbligo di costruire solo edifici nZEB (nearly Zero Emission Buildings), nel caso di immobili occupati, gestiti o di proprietà di enti pubblici, mentre per il settore privato-residenziale la scadenza è il 2028.

La terza novità riguarda gli impianti solari che, sempre stando a quanto riportato nella direttiva, diventeranno obbligatori (dal recepimento della direttiva) in tutti i nuovi edifici pubblici e in quelli non residenziali, poi a seguire entro il 2026 saranno obbligatori su quelli già esistenti (sempre pubblici e non residenziali) e infine entro il 2032 su tutti gli immobili sottoposti a ristrutturazioni importanti.

In questo modo l’Unione Europea punta a ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990 e raggiungere le emissioni zero entro il 2050.

 

Risanamento energetico edifici esistenti: materiali e tecnologie

Per invertire la rotta dei consumi servono quindi case più efficienti, dotate di impianti alimentati da fonti rinnovabili e di tecniche per l'isolamento termico e la riduzione delle dispersioni.

Ed è proprio qui che vengono in aiuto le nanotecnologie.

Grazie a prodotti altamente tecnologici è possibile migliorare l'efficienza energetica degli edifici in maniera sostenibile, puntando cioè su materiali capaci di ridurre linquinamento ambientale, prodotti con materie prime naturali, con un basso dispendio energetico durante tutto il ciclo di vita, privi di sostanze tossiche e dall'alta riciclabilità.

Ma cosa c'entra la nanotecnologia, in tutto ciò? C'entra, eccome.

I recenti sviluppi della chimica e della fisica hanno infatti definitivamente portato alla diffusione di tecniche di trasformazione e manipolazione dei materiali alla scala nanometrica (1 nanometro è pari ad un miliardesimo di metro), permettendo così di riprogettare la materia e adattarla alle necessità del cantiere. Inoltre, la limitata dimensione delle nanoparticelle e lampio rapporto superficie/volume ne incrementano la reattività e favoriscono unefficace penetrazione nei substrati porosi.

Sono proprio questi aspetti ad aver permesso alle innovazioni nanotecnologiche di farsi strada nel settore edile.

La dimensione delle particelle notevolmente ridotta, la maggiore viscosità e le differenti proprietà termiche e magnetiche rispetto ai materiali tradizionali, hanno reso i nanomateriali assolutamente indispensabili per il risanamento energetico degli immobili.

 

Nanotecnologie in edilizia: i vantaggi

I nanomateriali multifunzionali sono in grado di conferire alle superfici un aumento delle caratteristiche prestazionali come:

  • idro e oleorepellenza;
  • resistenza allusura;
  • caratteristiche antigelo;
  • pro o anti raggi UV;
  • proprietà di repellenza allo sporco;
  • azione biocida;
  • effetto pulente e autopulente;
  • resistenza alla corrosione.

Il tutto con un'elevata durata nel tempo, senza alterazioni.

Abbiamo scritto un post sulle vernici fotocatalitiche, per aiutarti a capire come funzionano questi prodotti.

E i vantaggi non si fermano qui. 

Le applicazioni delle nanotecnologie in edilizia permettono di ottenere materiali compositi strutturali più leggeri e resistenti, materiali di rivestimento a bassa manutenzione, materiali cementizi più performanti, isolanti termici per il miglioramento dellefficienza energetica.

Tutto ciò, unito alla riduzione di rifiuti e di tossicità, si traduce in enormi opportunità economiche per le industrie e, soprattutto, in un significativo miglioramento in termini di salute umana e qualità ambientale.

Per approfondire leggi anche questi articoli:


Inoltre puoi scaricare la nostra guida ai prodotti nanotecnologici per la riqualificazione e l'efficienza degli edifici. È gratis.

prodotti nanotecnologici per riqualificazione ed efficienza degli edifici

 

Stefano Silvestrin

Scritto da Stefano Silvestrin

Da oltre 10 anni mi occupo della distribuzione di materiali nanotecnologici per l’edilizia, seguo processi industriali applicativi, nel mondo della ceramica e dei pannelli fotovoltaici, individuando le reali possibilità applicative delle nanotecnologie per dare risposte concrete per l’efficientamento energetico degli edifici. Materiali a basso spessore e nanotecnologici per la protezione delle superfici sono la mia specialità.