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06 ottobre 2020 - Pitture termoriflettenti, Cappotto termico, Risparmio energetico

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Isolamento termico, risparmio energetico e benessere negli ambienti di vita sono i principi a cui si ispirano i progettisti per la progettazione e la riqualificazione degli edifici. Norme e vincoli del patrimonio architettonico italiano, ma anche la spinta verso l’innovazione scientifica, ci spingono a formulare prodotti con minore impatto sullo spessore delle pareti. Ecco perché ho deciso di parlare di come progettare un isolamento termico esterno a basso spessore.

Indice dei contenuti:

1. Perché un isolamento a basso spessore

2. Prodotti per ottenere un isolamento termico esterno a basso spessore

3. Cappotto vs Pitture Termoriflettenti

 

1.Perché un isolamento a basso spessore

Partiamo da un mito da sfatare: isolamento e spessore non sono necessariamente proporzionali. Nei tradizionali cappotti termici che lavorano sugli spessori, si presentano molti problemi: il protrarsi dei lavori, la necessità di intervenire su soglie e davanzali.

I motivi per mantenere gli spessori in un’operazione di isolamento termico sono vari:

  • Riduci notevolmente i tempi di intervento (accantieramento) che durano anche 3 o 4 mesi;
  • Elimini i lavori di edilizia collaterali, come la sostituzione dei davanzali, perché non modifichi più gli spessori dei muri;
  • Ottieni le agevolazioni del Bonus Facciata al 90% e, in concomitanza con altri lavori di riqualificazione, benefici del Superbonus 110%.

 

2.Prodotti per ottenere un isolamento termico esterno a basso spessore

Com’è noto, fra due ambienti a diversa temperatura, si stabilisce un passaggio di calore che si trasferisce dall’ambiente più caldo a quello più freddo. Per assicurare un ambiente confortevole all’interno di un edificio è necessario in inverno ridurre le dispersioni di calore verso l’esterno e in estate ridurre il trasferimento di calore verso l’interno. Lo scopo di un isolante è quello di contrastare lo scambio di calore fra due ambienti a diversa temperatura.

Tradizionalmente questo risultato è stato raggiunto mettendo degli spessori di materiale isolante tra la fonte di calore e le pareti. Nel tempo, questa soluzione ha fatto emergere un altro tipo di problema: la formazione di condensa tra strato isolante e muratura (derivante dallo sbalzo termico tra le due diverse temperature), in molti edifici coibentati ha prodotto muffa e deteriorato le pareti interne ed esterne.

Oggi, la ricerca nanotecnologica ha sviluppato formulazioni di pitture che consentono di bloccare la dispersione di calore all’esterno dell’abitazione nei mesi freddi e di evitare l’assorbimento e l’accumulo all’interno di calore indesiderato nei mesi caldi grazie alle loro proprietà molecolari. Sto parlando delle pitture termoriflettenti.

 

3. Cappotto vs Pitture Termoriflettenti

In entrambi i casi ottieni, come esito, risparmio energetico. 

Ciò che fa la differenza è come ci arrivi.

Confrontare un isolante di massa con una pittura termoriflettente è difficile: le prestazioni si calcolano in termini di diverse tra prodotti di diversa natura. Da un lato abbiamo il cappotto tradizionale, che per esercitare la loro funzione coibente dipende direttamente dallo spessore (maggiore è lo spessore, maggiore è l’isolamento garantito); dall’altro lato abbiamo un prodotto tecnologico che a livello molecolare riflette l’energia termica verso la fonte di calore.

Ecco perché la semplicità di una pittura permette di rendere energicamente efficienti anche antichi edifici storici, facciate vincolate e zone in cui è difficile intervenire aggiungendo pannelli isolanti convenzionali che alterno gli spessori, oppure edifici in pietra a vista.

L’ultima, ma non certo per importanza, cosa da sapere è che le migliori pitture termoriflettenti (cioè quelle certificate) beneficiano delle formule incentivanti previsti dal governo come Bonus facciate 90% e anche Ecobonus 110%.

Scopri come sfruttare le agevolazioni fiscali per progettare un isolamento termico a basso spessore.

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Stefano Silvestrin

Scritto da Stefano Silvestrin

Da oltre 10 anni mi occupo della distribuzione di materiali nanotecnologici per l’edilizia, seguo processi industriali applicativi, nel mondo della ceramica e dei pannelli fotovoltaici, individuando le reali possibilità applicative delle nanotecnologie per dare risposte concrete per l’efficientamento energetico degli edifici. Materiali a basso spessore e nanotecnologici per la protezione delle superfici sono la mia specialità.