Le precipitazioni, l'inquinamento e gli agenti atmosferici in generale sono causa di un decadimento progressivo degli edifici. La prassi è quella di intervenire periodicamente con lavori di manutenzione per riparare i danni accumulati nel tempo, tuttavia in alcuni casi il degrado rischia di essere talmente elevato da non poter più essere recuperato. In fase di costruzione o ristrutturazione edilizia è possibile limitare i danni, o evitare che si verifichino situazioni del genere, applicando specifici idrorepellenti per pietra, marmi e cemento, che vanno a proteggere le superfici lasciandole comunque traspirare. In questo articolo vediamo come valutare quali sono i prodotti migliori, partendo dai risultati delle prove di laboratorio.
INDICE DEI CONTENUTI:
- Idrofilia e idrofobia: quali sono le differenze
- Come si valuta la bagnabilità di una superficie
- Caratteristiche degli idrorepellenti in edilizia
Idrofilia e idrofobia: quali sono le differenze
Quando si parla di rivestimenti edilizi, è importante fare chiarezza su due concetti: quello di idrofilia e quello di idrofobia.
- L'idrofilia (termine che deriva dal greco hydor=acqua e filia=amicizia, affinità) è la proprietà, insita in alcune sostanze e sistemi chimici, di assorbire e trattenere l'acqua.
- L'idrofobia, invece, caratterizza sostanze e sistemi che presentano una spiccata repellenza per l'acqua, quindi che non assorbono o trattengono l'acqua all'interno o sulla superficie.
La maggior parte delle superfici (muri, pareti, facciate, solai) è caratterizzata da una struttura porosa e capillare, che assorbe l'umidità quando viene a contatto con l'acqua. Ciò causa danni visibili e deleteri per l'aspetto esteriore delle strutture e soprattutto per la loro funzionalità.
Per evitare che ciò avvenga è possibile utilizzare prodotti capaci di penetrare in profondità e proteggere le superfici, mantenendo inalterata la loro "respirabilità".
Come si valuta la bagnabilità di una superficie
Per capire qual è il prodotto migliore da applicare è importante considerare il materiale su cui si interviene ed eseguire prove e test di laboratorio che valutino la bagnabilità della superficie.
La bagnabilità è una proprietà che indica il grado di adesione di un liquido alla superficie in esame e dipende dai gruppi terminali delle molecole all'interfaccia del solido (fattore chimico) e dalla strutturazione della parete (fattore fisico).
Si parla quindi di bassa o elevata bagnabilità dopo aver misurato l'angolo di contatto statico - cioè l'angolo compreso tra la tangente all'interfaccia liquido-gas e la tangente alla superficie solida all'interfaccia solido-liquido, in corrispondenza alla linea di contatto tra le tre fasi. Maggiore è l'angolo, più sferica è la goccia e più idrofobica è la superficie. Al contrario, minore è l'angolo di contatto, meno sferica è la goccia e più idrofila è la superficie.
L'angolo di contatto viene quindi utilizzato come misura dell'efficace idrofobicità degli idrorepellenti per pietra, marmo, cemento e muro.
Caratteristiche degli idrorepellenti nanotecnologici in edilizia
I nanocoatings, cioè i rivestimenti nanotecnologici usati in edilizia, hanno la possibilità di conferire alle superfici sui cui vengono applicati delle proprietà superidrofiliche o superfobiche.
Nel caso degli idrorepellenti nanotecnologici, la loro formulazione liquida a base d'acqua è in grado di rendere idrofoba qualsiasi superficie porosa, mantenendone inalterata la traspirabilità. Questo avviene perché le nanoparticelle, anziché sigillare i pori, li rivestono, assicurando che l'acqua o altri fattori corrosivi vengano respinti da forze chimiche.
A differenza dei prodotti tradizionali, di vecchia generazione, a base di elastomeri o polimeri, che si aggregano in superficie, le nanoparticelle di questi idrorepellenti innovativi penetrano in profondità all'interno della materia, proteggendo la superficie anche dal degrado causato dalle intemperie e dalla defogliazione del ciclo gelo/disgelo.
E nel caso si verifichino fenomeni di umidità di risalita o perdite d'acqua? Se la superficie è stata trattata con idrorepellenti nanotecnologici, l'acqua è in grado di evaporare attraversando i pori rimasti aperti e di disperdersi così nell'ambiente, attenuando la pressione capillare.
Nel caso di muffa puoi usare anche questi prodotti nanotecnologici.
In questo modo si previene il rigonfiamento, le crepe e le deformazioni del materiale trattato e le superfici rimangono asciutte e invariate, sia nell'aspetto sia nelle proprietà meccaniche.
Con questi materiali innovativi non si aggiungono più dei film superficiali, ma si impianta una tecnologia di nuova generazione (KETs - Key Enabling Technologies) che conferisce alla materia nuove proprietà e capacità.
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