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21 dicembre 2022 - Pitture termoriflettenti, Cappotto termico

Cappotto-traspirante--queste-due-parole-sono-in-antitesi-

"Il cappotto è un vestito di plastica che non fa respirare la casa". Quante volte hai sentito dire questa frase? E quanto c'è di vero? Se ti dicessimo che il cappotto traspirante è l'ultimo dei tuoi problemi? Continua a leggere per sapere come isolare un edificio e assicurargli, al contempo, massima traspirabilità.

INDICE DEI CONTENUTI:

 

Cosa vuol dire avere "una casa che respira"

Per permettere a un’abitazione (o meglio alle sue pareti) di “respirare” è necessario agire sul ricambio d’aria. Come? Tramite l’apertura quotidiana delle finestre e/o con impianti di ventilazione meccanica.

L'umidità proveniente dall'interno (dal bagno, dalla cucina o dalla zona lavanderia) e quella proveniente dall'esterno (dovuta ai fenomeni atmosferici) viene assorbita dai muri della casa e da qui fuoriesce. È importante, quindi, assicurare all'edificio una giusta regolazione dell'umidità, per permettere alla casa di non accumularne troppa. Questo, infatti, potrebbe causare la formazione di condensa sulle pareti e, di conseguenza, la comparsa della muffa.

Per inquadrare bene questi concetti dobbiamo entrare un attimo nel tecnico e parlare di igrometria, cioè della disciplina che studia il comportamento dell'umidità relativa in relazione agli ambienti chiusi e alle temperature interne ed esterne.

In ogni ambiente abitato è presente una certa quantità di vapore acqueo sospeso in aria (in media si tratta di circa 20 g/m3), che tende a spostarsi verso le zone fredde quindi, in inverno, verso l'esterno, passando attraverso gli strati che compongono le pareti. È per questo che si dice che "la casa respira". 

Attraversando l’involucro, l'umidità perderà energia e tenderà a condensare dove trova la resistenza maggiore, a volte anche all’interno degli strati stessi (si parla in questi casi di umidità interstiziale, un fenomeno molto rischioso perché può portare alla comparsa di muffa e a un deterioramento precoce della struttura).

Impedire o bloccare il passaggio naturale dell'umidità è sbagliato. Ecco perché, quando si sceglie come isolare un edificio, è importante valutare attentamente i materiali da utilizzare, scegliendo prodotti con eccellenti caratteristiche di isolamento termico e, allo stesso tempo, traspiranti, per assicurare maggiore comfort e salubrità all'ambiente.

 

Il cappotto traspirante esiste? O è una contraddizione?

Proteggere l'edificio con un sistema isolante permette di mantenere l'abitazione fresca in estate e calda in inverno, con una temperatura domestica confortevole e assicurando una qualità dell'aria interna ottimale. 

Si sente quindi sempre più spesso parlare di cappotto traspirante, ma questi due termini sono in antitesi? Il cappotto termico è infatti progettato per coibentare un edificio bloccando il passaggio dell'aria fredda presente all'esterno dell'abitazione (in inverno) e trattenendo quella calda all'interno o viceversa (in estate).

Il tutto avviene grazie all'applicazione di pannelli isolanti realizzati con vari materiali, rivestiti poi da collante e uno strato protettivo fatto con vari intonaci. 

Se il cappotto esterno non viene progettato con attenzione può ostacolare o impedire del tutto il corretto flusso dell'umidità, causando un aumento della quantità di vapore negli ambienti interni con conseguenze pesanti sia sui consumi sia sulla salute delle pareti, dell'intero edificio e di chi vi abita.

Non a caso prima parlavamo di igrometria: i vari strati isolanti che vengono applicati sulla facciata o sui muri interni, compresa la finitura, devono essere compatibili tra loro e favorire sempre il corretto passaggio dell'umidità.

Quali sono i materiali isolanti ad alta traspirabilità, quelli cioè che garantiscono un migliore equilibrio igrometrico? Quelli che presentano un µ (si legge "mu") più basso possibile.

In commercio esistono materiali più permeabili al vapore acqueo (isolanti in fibra) che però trattengono l'umidità e altri più impermeabili, con una bassa propensione al passaggio del vapore (isolanti sintetici).

Il cappotto traspirante, quindi, può anche esistere (se progettato bene!), ma il problema principale di questo tipo di sistema isolante non è tanto (e solo) legato al concetto di "traspirabilità" quanto allo spessore. Ciò che impedisce, in molti contesti, di realizzare il cappotto esterno è proprio dovuto al fatto che la posa dei pannelli va ad alterare l'aspetto esteriore della facciata, in quanto richiede di intervenire su davanzali e sporgenze.

Sono lavori extra che allungano i tempi di accantieramento, che fanno salire i costi e che, in alcuni casi, non sono proprio fattibili (penso agli edifici storici o situati in zone vincolate).

 

La soluzione: le pitture termoriflettenti

Per ovviare al problema dell'aumento degli spessori è possibile optare per un microrivestimento termoriflettente, un vero e proprio isolamento a basso spessore che viene realizzato applicando sulla facciata un manufatto kit nanotecnolgico con pitture termoriflettenti.

I vantaggi di questo sistema sono numerosi:

  • Spessore ridotto, a partire da 6 mm;
  • Miglioramento del comfort abitativo negli ambienti domestici, come con l’applicazione del cappotto tradizionale;
  • Risparmio energetico ed economico sulle bollette di gas (per il riscaldamento invernale) ed elettricità (per la climatizzazione estiva);
  • Aumento dell’efficienza energetica dell’immobile, con un salto anche di diverse classi energetiche;
  • Aumento della quotazione di mercato dell’immobile in seguito al miglioramento della classe energetica;
  • Possibilità di usufruire degli incentivi fiscali dello Stato (Ecobonus, Bonus Facciate 2022 e Superbonus 110) per recuperare parte delle spese;
  • Nessun effetto “cubo” sull’edificio, caratteristico invece di tutte le strutture dove viene applicato il cappotto tradizionale.

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Guida riqualificazione energetica basso spessore

Stefano Silvestrin

Scritto da Stefano Silvestrin

Da oltre 10 anni mi occupo della distribuzione di materiali nanotecnologici per l’edilizia, seguo processi industriali applicativi, nel mondo della ceramica e dei pannelli fotovoltaici, individuando le reali possibilità applicative delle nanotecnologie per dare risposte concrete per l’efficientamento energetico degli edifici. Materiali a basso spessore e nanotecnologici per la protezione delle superfici sono la mia specialità.